Nell’ambito delle principali tecniche apistiche, quella che per importanza può essere considerata in testa alla graduatoria è la sciamatura.
La sciamatura naturale
La sciamatura naturale comporta la costituzione “naturale di un nuovo organismo autonomo” (sciame) dalla famiglia di partenza; é un evento entusiasmante, legato all’istinto di propagazione della specie, che si ripropone stagionalmente.
La sciamatura é gioia e delizia per l’apicoltore dilettante e fonte di non pochi problemi per l’apicoltore professionista e che compare come evento naturale con l’arrivo della grande fioritura, in primavera; per la precisazione, in marzo/aprile nella zona mediterranea ed in maggio/giugno nella fascia alpina.
Sono ancora moltissimi gli apicoltori che aspettano questo evento naturale per ripopolare i loro apiari. Indubbiamente, però essi non sanno che é assai più facile, più sicuro e più redditizio prevenire la sciamatura naturale con la tecnica apistica della sciamatura artificiale.
Aspettando unicamente la sciamatura non si raccolgono grosse quantità di miele in quanto solitamente (fatta eccezzione per annate particolari) gli sciami non riescono a dare un buon raccolto a causa dell’insufficiente numero di api che li compongono e possono essere categorizzati in :
– sciami primari
– sciami secondari
– sciami terziari
Mentre gli sciami primari si formano con la vecchia regina che si trovava nell’alveare originale, i secondari e terziari escono invece con regine vergini, non ancora fecondate del tutto o appena uscite in volo di fecondazione.
Lo sciame primario é più numeroso, circa 3 Kg di api (pari a circa 25 – 30 mila api), mentre gli sciami secondari e terziari sono più ridotti come numero e come peso.
E’ buona norma quella di lasciare qualche arnia vuota nelle vicinanze dell’apiario, spesso lo sciame lo sceglierà come nuova dimora per la neo famiglia.
Come evitare la sciamatura
Evitare la sciamatura in un periodo di abbondanza di cibo per le api è assai difficile, in quanto, si va a reprimere il loro istinto naturale di riprodursi.
Esistono una serie di operazioni preventive che possono ridurla di molto e che vengono adottate da molti apicoltori ma bisogna capire quali sono le principali circostanze che predispongono le famiglie di api ad effettuare la sciamatura naturale :
– sovrapopolazione
– carenza di spazio e di aerazione
– insufficienza della camera di covata
– forte importazione di nettare e di polline
– eccesso di produzione di gelatina reale
– carenza di feromoni prodotti della regina (regina vecchia)
– favi eccessivamente vecchi (anneriti)
– mancanza della possibilità di produrre cera da parte delle api ceraiole
– predisposizione genetica alla sciamatura
– stimolare eccessivamente gli alveari con sciroppo di zucchero
Una volta focalizzate le cause della sciamatura, è piuttosto evidente che ci siano dei rimedi per prevenirla che, tuttavia, non riesce ad evitarla nel 100% dei casi ma ne riducono l’eventualità.
Un’arnia che si prepara alla sciamatura presenta le seguenti caratteristiche :
– fortemente popolata da api
– ospita un elevato numero di fuchi
– presenta celle reali opercolate
Al fine di prevenire la sciamatura bisogna aumentare l’aerazione e lo spazio a disposizione delle api, monitorare sia l’età della regina che lo spazio per la deposizione della covata e distruggere le celle reali o, in alternativa, utilizzarle per fare dei mini nuclei per sostituire le regine vecchie.
Aumentare l’areazione e lo spazio a disposizione delle api
Al fine di aumentare lo spazio delle api, non necessariamente bisogna pensare solo alla parte del nido, ma bisogna aggiungere un melario e dare un spazio maggiore alle api in verticale, questa operazione permette anche una maggiore areazione dell’alveare.
Questo accorgimento diventa assolutamente necessario per chi pratica il nomadismo o per chi dispone di fioriture precoci (colza,tarassaco,ravizzone,erica,frutteti, ecc.).
Basta ritardare di qualche giorno la posa dei melari per far partire la scintilla della sciamatura. Per arrivare allo stesso obiettivo, può essere applicato con successo “il metodo Demares” : si lascia nel nido il favo di covata con la regina e si portano su un primo corpo, diviso da escludiregina, tutti gli altri favi di covata, rimpiazzandoli nel nido con favi vuoti e
dopo 8 giorni distruggere tutte le celle reali.
Per “dare spazio si può anche operare il “livellamento” delle famiglie. Questo consiste nello spostare i favi dagli alveari più forti a quelli più deboli nell’ambito di uno stesso apiario, con il fine di uniformare la forza.
E’ sempre bene evitare, infatti, di avere in uno stesso apiario famiglie molte forti e famiglie molte deboli perchè non viene prodotto miele nè dalle famiglie molto forti, ne da famiglie molto deboli, in quanto le prime sciamano e si riducono quindi fortemente di numero mentre le seconde sono sprovviste di un adeguato numero di api bottinatrici.
Per dare maggior spazio alla famiglia si possono anche asportare i favi carichi di miele dell’anno precedente, sostituendoli con favi cerei da costruire (non sostituire mai di 1 o 2 alla volta).
Anche l’aereazione nel periodo primaverile assume una grande importanza, come già accennato. E’ questo il motivo per cui occorre lasciare aperta al massimo la porticina dell’arnia e togliere il cassettino diagnostico antivarroa per favorire il più possibile la circolazione d’aria.
Se la famiglia continua ad aumentare eccessivamente, é bene effettuare qualche “salasso” di favi contenenti covata. Si tratterebbe cioé di prelevare 1 o 2 favi di covata opercolata (incluse le api poggiate su di essi) per spostarli in famiglie deboli o per creare dei nuovi nuclei mettendoli insieme ad altri favi con almeno due celle reali opercolate. Se si formano nuovi nuclei dovranno essere aiutati con una nutrizione di sostegno per 10 giorni.
Andrebbero anche allontanati di almeno 10 Km dall’apiario originario per non perdere le eventuali bottinatrici presenti sui telaini.
Un altro tipo di “salasso” efficace al fine di bilanciare le famiglie consiste nell’invertire la postazione di 2 famiglie, una delle quali forte e l’altra debole. Con questa semplice operazione le api bottinatrici rientreranno lì dove era posta originariamente la loro arnia.
Monitorare l’età della regina e lo spazio per la deposizione della covata
E’ stato constatato che una regina di un anno di età ha maggiori feromoni e la sciamatura avviene nel 30% dei casi, mentre, una regina con uno o due anni in più ha minori feromoni e di conseguenza aumentano le probabilità di sciamatura di quell’arnia in maniera esponenziale.
Distruggere le celle reali
L’ultima operazione impegnativa, noiosa ed antipatica ma forse la più efficace, è rappresentata dalla distruzione delle celle reali. Si deve prestare particolare attenzione ad individuare tutte le celle durante le ispezioni di tutti i telaini per poi distruggerle meccanicamente.
Indubbiamente ci si deve abituare a riconoscere tale tipo di celle, perchè basta lasciarne una e tutto il lavoro fatto per quell’alveare risulterà inutile in quanto la famiglia andrà incontro inevitabilmente alla sciamatura. La ricerca delle celle reali viene facilitata da una leggera “scrollata” ai favi, in modo da far cadere le api che si trovano sul favo ed avere una visuale più completa. Questa operazione va fatta ogni 8 giorni e ripetuta per 3-4 volte. Da tenere sempre in considerazioni che dalle celle reali da sciamatura nascono le migliori regine, quindi, da considerare la creazione di nuovi nuclei anche solo per avere regine fecondate da reinserire in alveari con regine vecchie.
La raccolta dello sciame
Solitamente lo sciame primario si posa sempre nelle immediate vicinanze dell’apiario, sul ramo di un albero o su una superficie molta alta. Per la raccolta dello sciame devono essere prese in considerazione le possibili ubicazioni di quest’ultimo e consideriamo come facilitare la raccolta :- nel caso in cui lo sciame si trovi sul ramo di un albero per raccoglierlo basterà mettere un cassettino portasciami (un arnia di minor dimensioni costituita da 5-6 favi) sotto ed imprimere una forte scossa sul ramo facendo cadere tutto lo sciame con la regina nel cassettino.- nel caso in cui lo sciame sia sospeso ad un ramo sottile, si può tagliare quest’ultimo con una forbice e portarlo direttamente in un arnia razionale allestita per l’occasione.– nel caso in cui lo sciame si trovi su un tronco d’albero o un palo, per raccoglierlo si dispone al di sotto o un arnia od una scatola di cartone nella quale, con una spazzola, si trasferiscono dentro le api.- talvolta lo sciame primario si posa per terra a pochi metri dall’alveare dal quale proviene, in questo caso per raccoglierlo basterà mettere vicino allo sciame il cassettino portasciami o l’arnia e con fumo indirizzare le api verso l’entrata della porticina di volo.- se lo sciame si trova in un luogo inaccessibile, si può attaccare un telaino con un favo contenente covata giovane ad una lunga pertica e posizionarlo in modo da farlo appoggiare allo sciame. Quest’ultimo in poco tempo vi si trasferirà sopra. Non vi resterà allora altro da fare che recuperarlo con cura ed introdurlo nell’arnia. Se lo sciame é molto grosso l’operazione va ripetuta più volte; se però nel primo favo oltre alle api é stata catturata anche la regina, le api entreranno da sole nell’arnia.
Esperto apistico : Giancarlo Bruzzichini